PNRR: promozione dell’economia circolare e delle filiere virtuose
Il nuovo piano nazionale ripresa e resilienza rappresenta un’ottima occasione utile a sviluppare uno sviluppo economico sostenibile: la rivoluzione verde e la transizione ecologica individuata con il PNRR (Missione 2) è quella raccoglie più fondi delle altre missioni.
La struttura della missione 2
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, licenziato in via definitiva dal Governo il 29 Aprile 2021 ed in procinto di essere inviato alla UE, presenta, tra gli obiettivi da finanziare con i fondi del Recovery Fund, anche la netta riduzione di rifiuti plastici e tessili.
In particolare, la missione 2 viene articolata in quattro diverse componenti, e prevede uno stanziamento pari a 59,33 miliardi di euro, ed in particolare:
- M2C1: Economia circolare e agricoltura sostenibile: 5,27 miliardi;
- M2C2: Energia rinnovabile, idrogeno rete e transizione energetica e mobilità sostenibile: 23, 78 miliardi;
- M2C3: Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: 15,22 miliardi;
- M2C4: Tutela del territorio e della risorsa idrica: 15, 06 miliardi).
Migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell’economia circolare
Nell’ambito della M2C1, viene prevista una Componente 1 prevede una linea progettuale (“Migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell’economia circolare”) specifica appunto sull’economia circolare, che include sia investimenti che riforme. Sul primo tema si segnalano:
- Investimento 1.1: Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti (1,5 miliardi di euro).
- Investimento 1.2: Progetti “faro” di economia circolare (600 milioni di euro).
Pertanto, in essa, trovano posto lo sviluppo di impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti organici multi-materiale, vetro, imballaggi, carta e di impianti innovativi per particolari flussi, e ciò tornerebbe particolarmente in taglio per colmare il divario, ad oggi esistente, sulla dotazione impiantistica, tra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud, che genera il flusso di grandi quantità di rifiuti fuori dalle regioni di origine, per allineare le regioni del centro sud agli standard qualitativi delle regioni tecnologicamente più avanzate e favorire il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2035 e di una quota residuale, pari al massimo, del 10% di rifiuti in discarica.
La strategia nazionale per l’economia circolare
Invece, sotto il profilo delle riforme, si segnalano la “Strategia nazionale per l’economia circolare” (1.1) ed il “Programma nazionale per la gestione dei rifiuti” (1.2).
Viene previsto un plafond di 2,1 miliardi di euro per migliorare la raccolta e costruire nuovi impianti (2,1 miliardi di Euro) per la gestione dei rifiuti, per migliorare la rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e realizzare nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di “rifiuti organici, multi-materiale, vetro, imballaggi in carta” e costruzione di “impianti innovativi per particolari flussi”.
Gli oltre due miliardi impiegati per questa componente, dunque, serviranno, nelle intenzioni del governo, “a colmare i divari di gestione dei rifiuti relativi alla capacità impiantistica e agli standard qualitativi esistenti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, con l’obiettivo di recuperare i ritardi per raggiungere gli attuali e nuovi obiettivi previsti dalla normativa europea e nazionale”.
Sviluppare una leadership internazionale industriale e di conoscenza nelle principali filiere della transizione
Tra gli obiettivi della Componente 1 della seconda Missione c’è “sviluppare una leadership internazionale industriale e di conoscenza nelle principali filiere della transizione”. Il Pnrr intende promuovere lo sviluppo industriale e di ricerca in settori strategici, riducendo in futuro la dipendenza delle importazioni di tecnologie gree. Le filiere strategiche elencate sono fotovoltaico, idrolizzatori, batterie per il settore dei trasporti e per il settore elettrico, mezzi di trasporto.
Gli obiettivi qualitativi
In termini di target da raggiungere, il PNRR ne fissa alcuni abbastanza ambiziosi:
- 55% di riciclo di RAEE,
- 85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone;
- 65% di riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclaggio meccanico, chimico “Plastic Hubs”;
- 100% recupero nel settore tessile (tramite “Textile Hubs”)
- Il 60% dei progetti di investimento per la realizzazione di nuovi impianti di trattamento sopra citati si focalizzerà sui comuni del Centro Sud Italia.
Piano nazionale specifico per la gestione dei rifiuti
Previsto anche lo sviluppo di un Piano nazionale specifico per la gestione dei rifiuti che oltre ad evitare procedure d’infrazione sui rifiuti, consentirà di colmare le lacune impiantistiche e gestionali.
Il piano di azione europeo dell’Economia Circolare introduce in alcuni settori a forte valore aggiunto, “con target di riciclo specifici, tra i quali RAEE, carta e cartone, plastica e tessile.
Particolare attenzione viene dedicata allo sviluppo di tecnologie avanzate di riciclo meccanico e chimico delle plastiche, ricolto anche al marine litter, materiale di cui sono costituiti gli oggetti costruiti ed adoperati quotidianamente dall’uomo e poi abbandonati o persi lungo la linea di costa ed in mare e lungo gli argini dei fiumi.
In Italia più del 50% dei rifiuti plastici viene raccolto come “Rifiuti plastici misti” e quindi non recuperato ma utilizzato per il recupero energetico o avviato in discarica.