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CdC RAEE: rilasciato il piano strategico 2024

Revisione degli Accordi di programma per i CdR e gli LdR, Comunicazione e sviluppo di relazioni istituzionali e Contrasto ai fenomeni del free riding e dell’esportazione illegale dei RAEE: questi alcuni degli argomenti che il Centro di Coordinamento RAEE ha inserito nel piano strategico per l’anno in corso. Vediamo il profilo del Centro e le attività previste per il piano, con obiettivi ed impegni prefissati da raggiungere.

Che cos’è il CdC RAEE

Innanzitutto, il CdC RAEE rappresenta un consorzio di natura privata[1], partecipato da 13 Sistemi Collettivi dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) provenienti dai nuclei domestici, che hanno l’obbligo per legge di aderirvi, e da un Sistema Collettivo dei produttori di AEE professionali.

Svolge ruoli e compiti[2], che recepisce nel nostro Paese i contenuti della direttiva europea sui RAEE 2012/19/EU, e opera sotto la supervisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Il piano strategico 2024

Il Centro di Coordinamento RAEE si impegna annualmente a tracciare una prospettiva dell’evoluzione del sistema RAEE finalizzata a interpretare i futuri scenari e definire i propri obiettivi e le proprie attività con un orizzonte di medio periodo. Il piano strategico per l’anno in corso si innesta su un percorso intrapreso da alcuni anni e recepisce le condizioni derivanti dall’attività del legislatore, dagli Accordi vigenti, dalle richieste e dalla collaborazione con tutti gli attori della filiera, consorziati in primo luogo.

Le priorità delineate hanno il fine primario di favorire la crescita dei volumi di RAEE avviati a corretto riciclo, nel rispetto della comune volontà dei produttori di AEE.

Revisione degli Accordi di programma per i CdR e gli LdR per il triennio 2025 – 2027

In merito il CdC intende lavorare a stretto contatto e in supporto alle associazioni di rappresentanza dei produttori di AEE, mettendo a frutto le relazioni di lunga durata con le associazioni delle aziende della raccolta e della distribuzione, e confrontandosi con i rappresentanti dei comuni italiani. Svolgerà il ruolo di mediatore ogni qualvolta ritenga necessario semplificare processi complessi che determinerebbero la perdita di un’opportunità nella raccolta dei RAEE, con l’obiettivo di richiamare tutte le parti coinvolte ad un rinnovato impegno alla diffusione di pratiche corrette per la gestione dei rifiuti elettronici favorendo così l’incremento della raccolta.

Comunicazione e sviluppo di relazioni istituzionali

Il Centro mira a partecipare ad eventi e convegni in rappresentanza del modello multiconsortile, facilitando in questo modo le relazioni con i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali e con tutti gli stakeholder. Il suo impegno si concretizza anche nell’estensione dei rapporti con tutti i soggetti che possono ricevere il servizio di ritiro dei RAEE provenienti dai nuclei domestici, con i quali è disponibile a stipulare accordi basati su contenuti operativi ma anche su elementi di formazione e comunicazione congiunta con i partner, per mantenere e accrescere la riconoscibilità del ruolo svolto di fronte a istituzioni e stakeholder e sostenere il modello multiconsortile regolato in quanto efficace e in grado di adattarsi a contesti in continua evoluzione.

Contrasto ai fenomeni del free riding e dell’esportazione illegale dei RAEE

CdC RAEE, inoltre, intende contrastare i fenomeni di free-riding e dell’esportazione illegale dei rifiuti elettronici, per:

  • ridurre le attività condotte al di fuori dei canali ufficiali;
  • avere effettiva traccia dei volumi di AEE immessi sul mercato;
  • favorire l’avvio a corretto riciclo del maggior quantitativo possibile di dispositivi tecnologici dismessi.

IMPEGNO

Il CdC RAEE ha avviato l’attività di monitoraggio dell’assolvimento dell’obbligo dei produttori relativo all’iscrizione al registro AEE tramite la sottoscrizione di un protocollo di collaborazione con Unioncamere e lo stesso Registro AEE. Per poter perseguire obiettivi completi, ha preso contatti con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e con la Guardia di Finanza finalizzati alla sigla di ulteriori protocolli. Il Consorzio si dichiara disponibile a collaborare con questi soggetti e con tutti gli organi preposti anche ai fini del contrasto del fenomeno dell’esportazione illegale dei rifiuti elettronici.

Per ulteriori informazioni

Potete cliccare qui:


[1] Sulla base del Regolamento n. 185 del 25 settembre 2007.

[2] Ex artt. 33 e 34, D.Lgs. n. 59 del 14 marzo 2014.

Produttori di pile ed accumulatori: aperto il portale per la presentazione della Comunicazione ‘24

Entro poche settimane i produttori, a titolo professionale, di pile o accumulatori, dovranno trasmettere la comunicazione di immissione sul mercato nell’apposito registro. Vediamo di cosa si tratta e come adempiere all’obbligo.

Che cos’è il Registro dei Produttori di Pile e Accumulatori

Come è stato istituito

Si tratta di un Registro nazionale in cui vengono iscritti i soggetti tenuti al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di pile e accumulatori. All’interno di tale registro è prevista una sezione relativa ai sistemi collettivi istituiti per il finanziamento della gestione dei rifiuti di pile e accumulatori[1].

A cosa serve

Il Registro serve a monitorare l’immissione sul mercato dei relativi prodotti: in particolare, Il produttore di pile e accumulatori può immettere sul mercato tali prodotti solo a seguito di iscrizione telematica al Registro da effettuarsi presso la Camera di commercio di competenza. Tale iscrizione deve essere effettuata, conformemente a quanto previsto dall’allegato III, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

Chi è obbligato all’iscrizione

Viene considerato produttore e deve iscriversi al registro chiunque immetta sul mercato nazionale per la prima volta a titolo professionale pile o accumulatori[2].

Sono compresi nel perimetro oggettivo quelli incorporati in apparecchi o veicoli, a prescindere dalla tecnica di vendita utilizzata, comprese le tecniche di comunicazione a distanza[3].

Il portale per la presentazione della comunicazione annuale

Dal primo febbraio 2024 è possibile la comunicazione

Esso è attivo dallo 1° febbraio 2024: riguarda le quantità di pile e accumulatori immesse sul mercato nel corso del 2023 da parte dei produttori iscritti al Registro Nazionale Pile e Accumulatori.

La scadenza è per il 31 marzo 2024

Invece, la scadenza per la presentazione della comunicazione, prevista dal Decreto Legislativo 188 del 2008, è il 31 marzo 2024.

Per maggiori informazioni

https://www.registropile.it/News#2498-apertura-portale-per-la-comunicazione-annuale-2024-al-registro-pile-e-accumulatori

[1] Esso viene istituito con il D.Lgs. n. 188 del 20 novembre 2008, art. 14.

[2] D.Lgs. n. 188 del 20 novembre 2008, art. 3, c. 1, punto m).

[3] Queste sono dagli articoli 50, e seguenti, del D.Lgs. n. 206 del 6 settembre 200, recepimento della direttiva 97/7/CE riguardante la protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza.

Consultazione AGID sulle soluzioni tecnologiche per documenti e contrassegni

AGID e Istituto Poligrafico Zecca dello Stato organizzano, per il prossimo 29 febbraio, un seminario on-line dal titolo le “Soluzioni tecnologiche per documenti e contrassegni”.

Il tema

l’Agenzia per l’Italia Digitale e l’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato hanno organizzato per giovedì 29 febbraio, dalle ore 10.30 alle 12.00, l’evento di avvio di consultazione preliminare di mercato per la realizzazione dell’appalto innovativo “Soluzioni tecnologiche per documenti e contrassegni”.

L’obiettivo dell’appalto è l’ideazione e lo sviluppo di prodotti innovativi per documenti e contrassegni, basati su elementi di sicurezza fisici autenticati da applicazioni di validazione (mobile app e web app). In seguito, la soluzione innovativa potrà essere messa in produzione, rendendo ancora più efficace l’azione di contrasto alle tecniche di falsificazione e contraffazione in continua evoluzione.

Le soluzioni proposte dovranno essere innovative rispetto allo stato dell’arte di quelle adottate nella protezione dei documenti e dei contrassegni e dovranno comprendere nuovi elementi di sicurezza fisico-logici, preferibilmente originali, da aggiungere agli elementi già presenti, che siano in grado di incrementarne la sicurezza del prodotto.

Come si apre la consultazione

La consultazione apre al confronto con gli operatori di mercato, per acquisire tutti gli elementi utili alla preparazione della gara d’appalto, in un dialogo aperto che coinvolge grandi imprese, pmi, startup, centri di ricerca, università, etc. Il confronto è utile alla stazione appaltante per reperire informazioni sul quadro attuale delle soluzioni esistenti nel settore e sui relativi trend di ricerca e innovazione.

Al termine della consultazione, salvo doversi riscontrare l’esistenza sul mercato di soluzioni industrializzate adeguate al pieno soddisfacimento delle esigenze prospettate, verrà dato seguito alla procedura di appalto di innovazione attraverso la pubblicazione del bando di gara.

Per partecipare

https://events.teams.microsoft.com/event/d401d4de-d847-409d-942f-61504102ea2b@cf41f62d-8e36-400e-a835-88ea3aff5ef0

Valutazioni di impatto ambientale: è possibile l’inoltro delle istanze su piattaforma digitale

Con un provvedimento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) è ora possibile, per la trasmissione delle istanze di VIA (Valutazione di impatto Ambientale).

Che cos’è la VIA?

Si tratta di una procedura amministrativa finalizzata ad identificare e valutare gli effetti, positivi e negativi, che un progetto, piano o programma può avere sull’ambiente.

Con essa è possibile descrivere e valutare le conseguenze ambientali di decisioni progettuali prima che vengano prese, consentendo quindi di pianificare e gestire le attività in modo sostenibile.

La procedura è articolata secondo diverse fasi fissati dalle prescrizioni di cui alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006. Esse possono variare leggermente a seconda del contesto normativo e delle caratteristiche specifiche del progetto, ma generalmente includono:

  • Identificazione degli impatti: Si valutano i potenziali impatti sull’ambiente, identificando i componenti ambientali sensibili (ad esempio, aria, acqua, suolo, flora, fauna) che potrebbero essere influenzati dal progetto.
  • Analisi degli impatti: Si analizza la portata, l’intensità, la durata e la frequenza degli impatti identificati, oltre alle loro possibili interazioni.
  • Valutazione degli impatti: Si valutano gli impatti in base ai criteri stabiliti, come la rilevanza, la reversibilità, l’irreversibilità, la significatività, ecc.
  • Identificazione delle misure di mitigazione: Si propongono misure per ridurre o eliminare gli impatti negativi identificati e si valutano i benefici delle misure di mitigazione proposte.
  • Elaborazione di alternative: Quando possibile, si valutano alternative al progetto originale, considerando gli impatti ambientali delle diverse opzioni.
  • Monitoraggio e gestione: Si definiscono le attività di monitoraggio e gestione per garantire che le misure di mitigazione vengano implementate correttamente e che gli impatti siano controllati nel tempo.

La VIA è spesso richiesta dalle autorità competenti come parte del processo di autorizzazione per progetti di grandi dimensioni o potenzialmente impattanti sull’ambiente.

Ha lo scopo di garantire che le decisioni di sviluppo siano prese in modo informato, tenendo conto delle

implicazioni sull’ambiente e sulla sostenibilità a lungo termine.

La digitalizzazione delle istanze

Dal primo febbraio è stata attività la modalità per la trasmissione in via telematica delle istanze per l’avvio del procedimento di VIA (Valutazione Impatto Ambientale). La nuova modalità sostituirà, a regime, l’attuale procedura di trasmissione delle istanze e dei relativi allegati a mezzo posta/brevi manu e/o PEC.

L’invio di tali istanze potrà avvenire, fino al 30 aprile 2024, anche a mezzo posta/brevi manu e/o PEC, secondo le attuali specifiche tecniche per la predisposizione e la trasmissione della documentazione in formato elettronico per le procedure di VAS e VIA, ai sensi del D.Lgs. 152/2006.

Per maggiori informazioni

E’ possibile visitare la pagine del MASE, al seguente indirizzo: https://va.mite.gov.it/it-IT/ps/DatiEStrumenti/Modulistica

Si.Con ’24, Taormina: l’intervento di Stefano Sassone al Convegno sulla bonifica dei siti contaminati

Le risorse finanziarie ed economiche per la realizzazione delle procedure di bonifica possono essere ingenti, ed in particolar modo per i siti di preminente interesse nazionali. Esse si articolano in risorse di origine privata, e risorse di origine pubblica. L’attività in questione genera problematiche di varia natura, ivi comprese anche quelle riguardanti le procedure amministrative relative al tracciamento dei rifiuti da queste originate. Quale l’impatto dell’attività di tracciamento informatico del nuovo sistema sulle attività operative di gestione dei rifiuti derivati dallo svolgimento di questa attività?

Premesse

L’attività di bonifica consiste in un’azione di contrasto ai fenomeni di inquinamento tesa a ridurre o attenuare l’impatto delle sostanze inquinanti che arrecano danno all’uomo e all’ambiente in modo puntiforme, ovvero a riguardo di una determinata area.

L’inquinamento consiste nell’alterazione di equilibri delle componenti ecosistemiche e delle loro relazioni a causa della variazione della composizione chimico-fisiche delle sostanze presenti in una o più matrici ambientali. 

L’area o porzione di territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, materiali di riporto, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti.

L’oggetto dell’attività di bonifica è un sito. La normativa, nel TUA al Titolo V, lo definisce come l’area o porzione di territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, materiali di riporto, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti.

La generazione dei rifiuti

Come ogni attività produttiva, anche quella di bonifica genera rifiuti, definiti, per origine, come speciali. Alla luce del luogo di intervento e dell’oggetto dell’attività, si presume altresì che la maggiore quota delle sostanze od oggetti generati da questa, siano, per le sostanze (e relativa quantità)  classificate come tali, siano di natura pericolosa.

L’attività di cantiere prevede la possibilità che il rifiuto, così generato, possa essere raggruppato, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, a determinate condizioni.

Laddove siano oltrepassate le soglie volumetriche o temporali riguardanti tale raggruppato, il rifiuto deve essere inviato a raccolta.

Il tracciamento dei rifiuti

La raccolta dei rifiuti prevede due possibili esiti del ciclo di vita degli stessi: il recupero, laddove l’autore della produzione individui potenzialità tecniche e/o economiche di recupero dei rifiuti; oppure lo smaltimento, laddove ciò non avvenga.

In entrambe i casi, al termine del deposito temporaneo, ed al fine di evitare forme di deposito incontrollato – o, al peggio, di discarica abusiva – il bonificatore deve provvedere alla loro gestione e quindi al tracciamento dei rifiuti, così come previsto dalla normativa.

Il tracciamento dei rifiuti, ad oggetti, avviene attraverso al compilazione di opportuni documenti in forma cartacea e – laddove rispettate le norme del codice civile sul punto- anche su supporto informatico. Nel 2009 il nostro Paese aveva tentato un unico percorso – quello informatico – per individuare il ciclo di vita dei rifiuti;  tuttavia, l’esperimento è fallito per varie problematiche che hanno indotto le imprese del settore a chiederne l’abrogazione.

Ed oggi, nel 2024, siamo all’indomani del lancio di un nuovo Sistema: dopo il SISTRI, il RENTRI.

Riusciremo, con questo sistema, a supportare la normativa esistente in tema di bonifiche, ad evitare ulteriori forme di inquinamento cui, nella piu’ rilevante delle ipotesi (la rimozione della fonte), l’attività di bonifica mira?

La risposta, se le aspettative verranno rispettate, è positiva: il rifiuto, sia quello da recuperare che quello da smaltire, verrà monitorato piu’ puntualmente rispetto al passato, includendo anche il percorso fatto dal cantiere di bonifica, fino all’impianto di destinazione.

Le modalità, rispetto alle precedenti esperienze, saranno diverse.

L’occasione dell’intervento è quella di vedere come viene gestito, in cantiere, il rifiuto da bonifica, e come questo viene monitorato in uscita da esso, attraverso l’analisi delle potenzialità del RENTRI, che entrerà in vigore a partire dal Dicembre di quest’anno, indagando, altresì sulle nuove funzionalità e caratteristiche che attendono gli operatori.

Per il Video dell’intervista

https://www.linkedin.com/posts/confindustria-cisambiente_la-video-intervista-realizzata-da-taormina-activity-7161658448609173504-RlKZ/?utm_source=share&utm_medium=member_ios

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