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Rinvio biennale degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità per specifiche categorie di imprese ai sensi della Direttiva (UE) 2025/794

La Direttiva (UE) 2025/794 posticipa di due anni gli obblighi di rendicontazione societaria di sostenibilità previsti dalla Direttiva CSRD (UE) 2022/2464. La modifica interessa le grandi imprese non quotate (tenute alla rendicontazione dall’esercizio 2027, con pubblicazione nel 2028) e le PMI quotate (dall’esercizio 2028, con pubblicazione nel 2029). Tale misura si inserisce in un contesto di adeguamento normativo volto a bilanciare trasparenza e oneri amministrativi.

Introduzione: il contesto europeo della rendicontazione ESG e la direttiva CSRD

Nell’ambito delle politiche europee volte a promuovere la finanza sostenibile e a realizzare gli obiettivi del Green Deal, la trasparenza delle imprese riguardo ai propri impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) assume un ruolo cruciale. La Direttiva (UE) 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), rappresenta un pilastro di questa strategia, avendo significativamente ampliato l’ambito soggettivo e oggettivo degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità rispetto alla precedente normativa sulla dichiarazione non finanziaria. La CSRD prevedeva un’introduzione graduale degli obblighi per diverse categorie di imprese. Tuttavia, il legislatore europeo è recentemente intervenuto per modificare parzialmente tale calendario con l’adozione della Direttiva (UE) 2025/794, pubblicata ed entrata in vigore il 17 aprile 2025. Questa direttiva, scaturita da una proposta della Commissione Europea inserita nel cosiddetto “Pacchetto Omnibus I” di febbraio 2025, introduce un rinvio mirato per specifiche categorie di imprese, incidendo anche, sebbene non oggetto specifico di questo testo, sulla Direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (CSDDD).

La Direttiva (UE) 2025/794: modifiche alle tempistiche della CSRD

La Direttiva (UE) 2025/794, talvolta definita informalmente “Stop the clock”, interviene direttamente sulla Direttiva CSRD (UE) 2022/2464 modificandone le scadenze applicative. L’obiettivo principale è concedere più tempo a determinate categorie di imprese per prepararsi ai nuovi e complessi obblighi di reporting, che richiedono la raccolta e l’elaborazione di una vasta gamma di dati secondo gli standard europei di rendicontazione di sostenibilità (ESRS). La direttiva di modifica dovrà essere recepita dagli Stati membri entro la fine del 2025, assicurando così un quadro temporale armonizzato a livello europeo per l’applicazione delle nuove scadenze.

Nuove scadenze per grandi imprese non quotate e PMI quotate

Le modifiche introdotte dalla Direttiva (UE) 2025/794 riguardano specificamente due gruppi di imprese:

  1. Grandi imprese non quotate: Si tratta di imprese che superano determinate soglie dimensionali (relative a totale dell’attivo, ricavi netti e numero medio di dipendenti) ma i cui titoli non sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato dell’UE. Per queste entità, l’obbligo di pubblicare la rendicontazione di sostenibilità, originariamente previsto a partire dal 2026 (relativamente all’esercizio finanziario 2025), è stato posticipato di due anni. Pertanto, dovranno adempiere a tale obbligo a partire dal 2028, rendicontando i dati relativi all’esercizio finanziario 2027.
  2. Piccole e Medie Imprese (PMI) quotate: Ci si riferisce alle PMI i cui valori mobiliari sono ammessi alla negoziazione su un mercato regolamentato dell’Unione Europea. Anche per questa categoria, la scadenza iniziale per la rendicontazione (prevista per il 2027, sull’esercizio 2026) è stata differita di due anni. L’obbligo scatterà quindi a partire dal 2029, con la pubblicazione del report relativo all’esercizio finanziario 2028.

Resta invariata la prima scadenza applicativa della CSRD per le grandi imprese di interesse pubblico già soggette alla precedente direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, le quali sono tenute alla rendicontazione secondo i nuovi standard a partire dal 2025, sui dati dell’esercizio 2024.

Il rinvio nel quadro della rimodulazione della disciplina sulla sostenibilità

Il posticipo introdotto dalla Direttiva (UE) 2025/794 si colloca all’interno di un più ampio processo di revisione e adeguamento della normativa europea in materia di sostenibilità d’impresa. La Commissione Europea, attraverso iniziative come il “Pacchetto Omnibus I” e la “Bussola della Competitività 2025/2029”, sta valutando ulteriori interventi per razionalizzare gli oneri amministrativi a carico delle imprese, pur mantenendo fermi gli obiettivi di trasparenza e sostenibilità. In questo contesto, è stata presentata un’ulteriore proposta di direttiva (attualmente ancora in fase di negoziato tra le istituzioni UE) che mira a ridefinire potenzialmente l’ambito di applicazione degli obblighi di rendicontazione (ipotizzando soglie più elevate, come oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro) e a semplificare ulteriormente i requisiti informativi basati sugli standard ESRS. La Direttiva (UE) 2025/794 rappresenta quindi un primo passo concreto in questa direzione di ricalibratura degli obblighi.