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Proposta regolamento imballaggi: al via il ciclo di audizioni in Parlamento

Lo scorso 30 novembre la Commissione ha pubblicato una proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Obiettivi, temi e criticità della proposta.

Gli obiettivi principali

Innanzitutto, diversi sono gli obiettivi perseguiti dalla UE con la Proposta di regolamento:

  • rendere tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’UE riciclabili in modo economicamente vantaggioso entro il 2030;
  • prevenzione e riduzione dei rifiuti di imballaggio, anche attraverso un maggior numero di sistemi di riutilizzo e di ricarica;
  • aumento dell’uso di plastica riciclata negli imballaggi in modo sicuro.

Infine, vengono confermati i target 2025 e 2030 di riciclo degli imballaggi già previsti dalla normativa vigente[1].

I temi della proposta di regolamento

I temi affrontati nella proposta di regolamento riguardano: 

  • da un lato promuove il riciclo di alta qualità con l’obiettivo di rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030: a questo scopo si agisce sulla progettazione ecocompatibile e sull’introduzione di tassi vincolanti di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica. 
  • dall’altro si promuove inoltre il riuso, creando sistemi vincolanti di vuoti a rendere su cauzione per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio. 

La proposta normativa è in linea con il Green deal per l’Europa, il Piano d’azione per l’economia circolare ed è coerente con la direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti, la direttiva sulla riduzione della plastica monouso 2019/904/Ue e con il regolamento 1907/2006/Ce sulla registrazione e autorizzazione delle sostanze chimiche (Reach).

Direttiva e regolamento: cosa cambia?

Per realizzare gli obiettivi stabiliti nei trattati, l’UE adotta diversi tipi di atti giuridici. Alcuni sono vincolanti, altri no. Alcuni si applicano in tutti i paesi dell’UE, altri soltanto in parte di essi.

Regolamenti

Un regolamento è un atto giuridico vincolante. Deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera Unione europea. Ad esempio, quando il regolamento dell’UE sull’abolizione delle tariffe di roaming per chi viaggia all’interno dell’UE è scaduto nel 2022, il Parlamento e il Consiglio hanno adottato un nuovo regolamento sia per migliorarne la chiarezza che per garantire l’applicazione di un approccio comune alle tariffe di roaming per altri dieci anni.

Direttive

Una direttiva è un atto giuridico che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell’UE devono conseguire. Tuttavia, spetta ai singoli paesi definire attraverso disposizioni nazionali come conseguirlo. Un esempio è quello della direttiva dell’UE sulla plastica monouso, che riduce l’impatto di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, ad esempio limitando oppure vietando l’uso di prodotti monouso come piatti, cannucce e bicchieri.

Decisioni

Una decisione è vincolante per i suoi destinatari (ad esempio un paese dell’UE o una singola impresa) ed è direttamente applicabile. Ad esempio, il 1º gennaio 2023 il Consiglio ha adottato una decisione che autorizza la Croazia ad adottare l’euro. La decisione riguarda unicamente tale paese.

Raccomandazioni

Una raccomandazione non è vincolante. Quando la Commissione ha raccomandato di migliorare la trasparenza della proprietà e salvaguardare l’indipendenza editoriale nel settore dei media, ciò non ha prodotto conseguenze sul piano giuridico. Una raccomandazione consente alle istituzioni europee di rendere note le loro posizioni e di suggerire linee di azione, senza imporre obblighi giuridici a carico dei destinatari.

Pareri

Un parere è uno strumento che permette alle istituzioni europee di esprimere la loro posizione, senza imporre obblighi giuridici ai destinatari. Un parere non è vincolante. Può essere emesso dalle principali istituzioni dell’UE (Commissione, Consiglio, Parlamento), dal Comitato delle regioni e dal Comitato economico e sociale europeo. Durante il processo legislativo i comitati formulano pareri che riflettono il loro specifico punto di vista, regionale o socioeconomico. Ad esempio, il Comitato economico e sociale europeo ha formulato un parere sulla strategia della Commissione per le piccole e medie imprese della prossima generazione.

Cosa comporta l’adozione di un regolamento

La scelta dello strumento giuridico del regolamento anziché della direttiva è il segnale che la Commissione vuole una applicazione armonizzata delle regole europee, in vigore per tutti nello stesso momento al fine anche di ridurre la distorsione della concorrenza, dando anche un segnale agli attori dei Paesi extra Ue che vogliono importare imballaggi nell’Unione.


[1] allegato E alla Parte IV, Dlgs 152/2006

Condizioni di lavoro: novità in arrivo dalla Comunità europea

Rapporti di lavoro più trasparenti e prevedibili per i lavoratori: è questo quello che ci chiede la UE. E lo dobbiamo fare al più presto. È infatti scaduto il termine entro il quale gli Stati membri dell’UE avrebbero dovuto recepire nel diritto nazionale la direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili. La direttiva prevede un ampliamento e un aggiornamento dei diritti e della protezione per i 182 milioni di lavoratori dell’UE.

Cosa implica il recepimento

La disciplina normativa comunitaria prevede che, grazie alle nuove norme i lavoratori avranno diritto a condizioni di lavoro più prevedibili, ad esempio per quanto riguarda gli incarichi e l’orario di lavoro, ed in particolare avranno inoltre il diritto di ricevere informazioni tempestive e più complete riguardo agli aspetti essenziali del loro lavoro, quali il luogo di lavoro e la retribuzione.

Secondo la UE, si tratta di un passo importante per un’Europa sociale forte e contribuisce a trasformare il pilastro europeo dei diritti sociali in una realtà tangibile per tutti i cittadini dell’UE.

Contesto

Si tratta dei diritti sociali, indicati nel TFUE come principi essenziali per condizioni di lavoro eque un'”occupazione flessibile e sicura” e “informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento”.

Il pilastro del trattato sancisce che i lavoratori hanno il diritto di essere informati per iscritto all’inizio del rapporto di lavoro dei diritti e degli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro e delle condizioni del periodo di prova.

La nuova direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili (UE/2019/1152) sostituisce la direttiva sulle dichiarazioni scritte (91/533/CEE) in vigore dal 1991, che riconosceva ai lavoratori all’inizio di un nuovo impiego il diritto di ricevere per iscritto informazioni in merito agli aspetti essenziali del rapporto di lavoro.

Alla tappa fondamentale raggiunta oggi seguirà domani un altro importante traguardo nell’ambito del pilastro europeo dei diritti sociali. Le norme adottate nel 2019 a livello dell’UE al fine di migliorare l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza dovranno essere recepite dagli Stati membri entro il 2 agosto 2022. 

I benefici attesi

Diversi i benefici che la Comunità prevede grazie alla implementazione della Direttiva per lavoratori UE, e quindi anche gli italiani:

  • una formazione obbligatoria gratuita relativa al posto di lavoro nei casi in cui il datore di lavoro sia tenuto a fornirla;
  • limitazione della durata dei periodi di prova all’inizio del rapporto di lavoro, che non potrà superare 6 mesi;
  • possibilità di accettare un impiego in parallelo con un altro datore di lavoro; eventuali restrizioni a tale diritto devono essere giustificate da motivi oggettivi;
  • comunicazione, con un preavviso ragionevole, del momento in cui dovrà essere svolto il lavoro, in particolare nel caso di lavoratori con orari di lavoro imprevedibili e con contratti a chiamata;
  • misure efficaci che prevengano l’abuso dei contratti a zero ore;
  • una risposta scritta a seguito di una richiesta di trasferimento a un altro lavoro più sicuro;
  • informazioni più complete sugli aspetti essenziali del loro lavoro, che devono essere comunicate tempestivamente e per iscritto;

Diritto all’informazione per i lavoratori

Secondo le stime altri 2-3 milioni di lavoratori in condizioni di lavoro precarie e non standard, tra cui i lavoratori a tempo parziale, temporaneo e a chiamata, godranno ora del diritto all’informazione sulle proprie condizioni di lavoro e di una nuova protezione, come il diritto a una maggiore prevedibilità dell’orario di lavoro. La direttiva rispetta al contempo la flessibilità del lavoro non standard, salvaguardandone così i benefici per i lavoratori e i datori di lavoro.

Anche i datori di lavoro beneficeranno della direttiva: quest’ultima garantisce che la protezione dei lavoratori rimanga in linea con gli ultimi sviluppi dei mercati del lavoro, riducendo gli ostacoli amministrativi per i datori di lavoro – ad esempio consentendo di fornire informazioni per via elettronica – e creando condizioni di parità tra i datori di lavoro nell’UE, per permettere una concorrenza leale basata sullo stesso livello minimo di diritti del lavoro.

Prossime tappe

Gli Stati membri sono tenuti a recepire la direttiva nel diritto nazionale entro oggi. Come prossimo passo la Commissione valuterà la completezza e la conformità delle misure nazionali notificate da ciascuno Stato membro e interverrà se e quando necessario.

Le dichiarazioni

Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha dichiarato: “La direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili è una risposta diretta alla realtà in rapido mutamento dei nostri mercati del lavoro. Le persone hanno diritto a informazioni più complete sulle condizioni di lavoro e a una maggiore prevedibilità nella loro vita quotidiana. Le nuove norme contribuiranno a garantire posti di lavoro di qualità e a dare stabilità ai lavoratori, permettendo loro di fare progetti di vita.” 

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