Sono stati resi pubblici i dati ISPRA relativi alla produzione e alla gestione dei rifiuti speciali, contenuti nel Rapporto ISPRA Rifiuti Speciali Edizione 2023, che presenta i dati relativi all’anno 2021. Le principali evidenze.
Le principali evidenze
Nel 2021 si registra una crescita significativa nella produzione dei rifiuti speciali, che raggiunge 165 milioni di tonnellate. L’aumento del 12,2% corrisponde a circa 18 milioni di tonnellate. La ripresa nei settori industriale, artigianale e dei servizi segna un aumento dei rifiuti generati dalle attività produttive.
Quasi la metà (47,7%) proviene dalle attività di costruzione e demolizione (78,7 milioni di tonnellate), settore che si conferma come il principale nella produzione totale di rifiuti speciali. Per questa tipologia di rifiuti risulta significativa la percentuale di riciclo (80,1%) superando ampiamente l’obiettivo del 70% fissato dalla normativa al 2020. A questo proposito, si evidenzia come il recupero riguarda prevalentemente la produzione di rilevati e sottofondi stradali.
Produzione
Nel 2021, analogamente a quanto rilevato per i rifiuti urbani, anche la produzione nazionale dei rifiuti generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare un significativo aumento rispetto al 2020, attestandosi a 165 milioni di tonnellate (+12,2%, corrispondente a quasi 18 milioni di tonnellate).
Ad ogni modo segnalato che il confronto con il 2020 non può essere ritenuto rappresentativo di una situazione
ordinaria, tenuto conto dell’emergenza sanitaria che ha segnato l’intero contesto socioeconomico nazionale,
con conseguenti ripercussioni sul sistema produttivo nazionale e sui consumi. Rispetto al 2019, anno pre-pandemia, l’incremento rilevato risulta più moderato, pari al 7,1% (+11 milioni di tonnellate).
Dopo la crisi pandemica, nel 2021, si assiste ad una generale ripresa delle attività economiche. La produzione
industriale e manifatturiera risulta, infatti, caratterizzata dal graduale ripristino degli scambi commerciali, fondamentali nelle catene di approvvigionamento delle materie prime e dei prodotti semilavorati, nonostante
per alcuni settori persistano ancora ripercussioni negative legate al periodo emergenziale.
Tale andamento appare rilevante, in particolare, per il settore dell’edilizia, grazie al ripristino e/o all’apertura di cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale.
Va rilevato, inoltre, che tale settore è stato oggetto, negli ultimi anni, di incentivi disposti dal Governo per la
ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici. Tali attività di costruzione/ristrutturazione hanno inevitabilmente determinato impatti, soprattutto, ambientali in termini di
maggiori quantitativi di rifiuti prodotti.
Il dato complessivo tiene conto sia dei quantitativi derivanti dalle elaborazioni della banca dati MUD sia di quelli stimati.
Sono, inoltre, compresi i quantitativi di rifiuti speciali provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani, pari a 9,7 milioni di tonnellate, in calo, rispetto al 2020, di oltre 500 mila tonnellate (-5%).
I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,5% del totale dei rifiuti prodotti, presentano un aumento di 17,1 milioni di tonnellate (+12,5%), quelli pericolosi di circa 820 mila tonnellate (+8,3%).
La gestione
I rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia, nel 2021, sono pari a circa 178,1 milioni di tonnellate, di cui
168 milioni di tonnellate (94,4% del totale gestito) non pericolosi e i restanti 10 milioni di tonnellate (5,6% del
totale gestito) pericolosi.
Il totale gestito è comprensivo dei rifiuti rimasti in stoccaggio presso gli impianti e presso i produttori al 31/12/2021, pari a 18,7 milioni di tonnellate.
I rifiuti avviati a forme di recupero risultano pari a 147,8 milioni di tonnellate (83% del totale gestito), mentre quelli avviati alle operazioni di smaltimento sono pari a 30,2 milioni di tonnellate (17% del totale gestito). Le percentuali di recupero e smaltimento dei rifiuti pericolosi e non, sono state calcolate in rapporto al totale gestito.
Rispetto al 2020 (159,8 milioni di tonnellate) si assiste a un aumento dei rifiuti complessivamente gestiti pari
all’11,4% (+18,3 milioni di tonnellate).
Tale andamento appare coerente con quello rilevato nello stesso periodo di osservazione per la produzione dei rifiuti speciali che nel biennio fa registrare un incremento del 12,2%, attestandosi, nel 2021, a 164,9 milioni di tonnellate.
In particolare, le quantità avviate a operazioni di recupero (da R1 a R13) aumentano del 12,6% (+16,6 milioni di tonnellate) e quelle avviate a smaltimento (da D1 a D15) del 6% (+1,7 milioni di tonnellate).
In linea generale, si segnala che i rifiuti sottoposti a forme intermedie di trattamento ossia, a trattamento biologico, chimico-fisico, ricondizionamento, raggruppamento preliminare (D8, D9, D13, D14) potrebbero, nel
periodo di osservazione, essere avviati ad altre operazioni di recupero/smaltimento finale. In altri casi, invece,
tali rifiuti non completano il proprio ciclo di gestione nell’anno di riferimento e restano in giacenza. Per questo motivo i dati relativi ai rifiuti prodotti e quelli gestiti nello stesso anno possono evidenziare degli scostamenti