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Il Consiglio di Stato si esprime sulle volumetrie delle discariche

Con una sentenza, il Consiglio di Stato si esprime sul tema delle volumetrie autorizzate per il conferimento dei rifiuti negli invasi che la compongono.

Cosa dice la sentenza

Con sentenza  n. 8144 del 11 ottobre 2024, il Consiglio stabilisce che la volumetria autorizzata di tali confingurazioni impiantistiche, deve essere calcolata al netto – e non al lordo – del materiale utilizzato per il contenimento e la copertura giornaliera dei rifiuti.

Quali sono i rifiuti inclusi?

In particolare sono unicamente solo i rifiuti stoccati nell’impianto, “ossia l’unico materiale effettivamente inquinante” – oggetto dell’attività aziendale – quelli che contribuiscono al computo dei conferimenti, a fini dello smaltimento, 

Perché una sentenza sul punto

La normativa primaria sulle discariche (segnamente l’art. 10 del c.d. “Decreto Discariche”, il D.Lgs. n. 36/2003), così come modificato a seguito del recepimento delle Direttive del “Circular Economy” del 2018, ha generato dubbi interpretativi in tal senso: con la sentenza, il CdS stabilisce che la tesi “dell’inclusione” al fine di includere nella volumetria autorizzata lo spazio destinato al materiale di contenimento, è “discutibile“.

Il fatto

Così facendo, viene confermato l’annullamento dell’atto, mediante il quale una Provincia lombarda aveva inquadrato la proposta di adeguamento di una discarica come modifica “sostanziale” (quindi necessitante di ulteriore valutazione ambientale).

Preliminarmente, la Provincia aveva – erroneamente — ritenuto che l’impianto avesse già consumato tutta la volumetria a disposizione, avendo calcolato i volumi “al lordo” – e non “al netto” – del materiale di contenimento.

Come sta andando il recupero dei rifiuti in Europea?

Secondo Eurostat, tra il 2004 ed il 2022, si è assistito ad aumento del 40%. Ma qual è la differenza tra la situazione europea, nel suo complesso e quella italiana?

Lo studio di Eurostat

Secondo uno studio pubblicato il 17 ottobre 2024 Eurostat ha evidenziato, nell’intervallo di tempo considerato, un considerevole aumento dei rifiuti recuperati (40,6%), mentre la quantità complessiva dei rifiuti trattati è aumentata solo del 5%. Nello stesso lasso di tempo il quantitativo di residui destinati allo smaltimento ha segnalato un calo del 25,1%.

Nell’Ue il riciclaggio è la forma di recupero più utilizzata (40,8%) seguito dal riempimento (14,2%) (in cui i rifiuti non pericolosi sono utilizzati per il ripristino di aree escavate o per il rimodellamento del paesaggio) e dal recupero di energia (6,4%).

L’andamento del recupero tra i vari paesi comunitari

Lo studio ha inoltre messo in luce un diverso andamento tra i Paesi Ue nell’utilizzo dei diversi metodi di gestione dei rifiuti.

In Europa, i livelli di riciclo dei rifiuti variano significativamente, con l’Italia al vertice: nel 2022 ha riciclato l’83,4% dei rifiuti, superando di oltre 30 punti percentuali la media UE (52,6%) e distanziando paesi come Germania (70%), Francia (64,4%) e Spagna (59,8%).

Si ritiene questo sia dovuto, ovvero in gran parte attribuito a un solido sistema di gestione dei rifiuti e all’elevata efficienza dell’industria italiana nel recupero delle materie prime seconde, specialmente nei settori della carta e dell’imballaggio.

A livello di rifiuti urbani, invece, la Germania è leader con circa il 71% di riciclo, mentre la media UE si attesta poco sotto il 50%. Questo settore evidenzia come alcuni paesi abbiano ottenuto notevoli miglioramenti grazie a tecnologie avanzate e alla promozione dell’economia circolare, ma non sempre con livelli uniformi tra le diverse categorie di rifiuto.

L’italia e il mondo dei rifiuti

Secondo le statistiche Eurostat aggiornate a settembre 2024, l’Italia ha raggiunto traguardi importanti nel campo della gestione dei rifiuti ma deve ancora affrontare alcune criticità.

Nel 2022, il totale dei rifiuti urbani prodotti nel Paese ha segnato un calo, attestandosi a circa 29 milioni di tonnellate, con una produzione pro capite di 492 kg per abitante, in diminuzione rispetto all’anno precedente. Questo dato si allinea agli obiettivi di riduzione e prevenzione dei rifiuti dell’UE, volti a incentivare l’economia circolare e la sostenibilità ambientale.

La raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% dei rifiuti urbani prodotti, segnando un progresso e superando per la prima volta l’obiettivo europeo fissato per il 2012.

Tuttavia, persistono difficoltà nella gestione dei rifiuti organici e alimentari, che costituiscono una quota rilevante di quelli prodotti, principalmente da filiere come il settore alimentare e le famiglie. Inoltre, l’Italia ricorre ancora in misura eccessiva alla discarica, con il 17,8% dei rifiuti urbani smaltiti in questo modo, valore superiore all’obiettivo UE di riduzione al 10% entro il 2035.

Questi dati evidenziano i progressi dell’Italia nella raccolta differenziata ma segnalano anche la necessità di migliorare ulteriormente nella gestione sostenibile dei rifiuti, in particolare attraverso il riciclo e la riduzione del conferimento in discarica.

DL Materie Prime Critiche: il punto dei lavori

Lo scorso 25 luglio la Commissione Attività produttive della Camera ha avviato e concluso le votazioni sugli emendamenti al DL materie prime critiche. Il successivo 6 Agosto è stato approvato, in via definitiva, il testo presso il Senato.

Le proposte accolte

Tra le proposte di emendamento accolte:

  • estensione della disciplina del monitoraggio delle esportazioni dei rottami anche a quelli non ferrosi;
  • norma che consente l’ulteriore approvvigionamento delle materie prime necessarie alle filiere produttive del made in Italy, non ricomprese nel regolamento europeo del 2024.

Interessante anche un emendamento al testo, riguardante nuova forza lavoro dedicata all’attuazione delle prescrizioni del DL. Infatti, con il nuovo tenore letterale, il MASE procederà all’indizione di procedure concorsuali pubbliche, e ad assumere, in deroga alle ordinarie facoltà assunzionali e nell’ambito della vigente dotazione organica, nel biennio 2024-2025, un contingente di venti unità di personale.