Cingolani: nascerà il “Climate Club” per i Paesi del G20
Intervenuto lo scorso 24 presso la Camera dei Deputati, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha fatto il punto della situazione sui temi in cui è coinvolto il proprio Dicastero nell’ambito di un’informativa urgente. Ha comunicato la nascita, proposta dalla Presidenza tedesca del G7, di un “Climate Club” per i Paesi del G20, sottolineando come i tempi siano molto stretti.
L’intervento
Nell’ambito del G7 dei ministri dell’Energia e dell’Ambiente svolto tra il 25 ed 27 maggio scorso, il , il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha fatto il punto della situazione sui temi in cui è coinvolto il proprio Dicastero nell’ambito di un informativa urgente.
Le dichiarazioni
Diversi gli argomenti trattati nel corso dell’intervento del Ministro.
Nasce il club sul clima
Il Ministro ha preliminarmente ricordato gli obiettivi del G7 che punta a stabilire una alleanza globale per la protezione del clima, la promozione della transizione energetica, la tutela della biodiversità e per migliorare la sostenibilità della gestione delle sostanze chimiche e promuovere la protezione e l’uso sostenibile dei mari.
Rispetto al tema della transizione energetica, il Ministro ha innanzitutto ricordato come la presidenza tedesca intenda promuovere ulteriori impegni di riduzione delle emissioni rispetto a quelli adottati nel 2021, anche attraverso un rafforzamento di obiettivi settoriali o interventi su specifiche fonti di emissione.
In tale direzione si muove il RepowerEu, con cui l’Unione europea dovrà accelerare sugli obiettivi di efficienza energetica e rinnovabili. Il Ministro ha poi richiamato la proposta tedesca sul Club sul clima che andrà esteso anche ad altri grandi emettitori del G20 e agli altri Paesi impegnati nella lotta al clima. La proposta punta ad allineare politiche e misure climatiche soprattutto nei settori industriali, accelerando il taglio delle emissioni nei settori in cui ciò è più difficile e, al contempo, a prevenire distorsioni sul mercato e il fenomeno del carbon leakage.
I pilastri dell’iniziativa
Secondo le intenzioni tedesche, il Climate Club potrebbe svilupparsi su tre pilastri:
- comune misurazione delle emissioni e allineamento del prezzo della CO2 prodotta dai materiali e dai manufatti per garantire la comparabilità delle politiche climatiche, ricorrendo a strumenti quali il Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam);
- progressiva trasformazione dei settori industriali attraverso approcci comuni di decarbonizzazione delle industrie, attraverso strumenti quali il ‘Patto di azione per l’idrogeno” (Hydrogen Action Pact);
- sviluppo di partnership internazionali per la decarbonizzazione del settore energetico nelle economie emergenti e nei Paesi in via di sviluppo attraverso l’eliminazione del ricorso al carbone e la progressiva diffusione delle rinnovabili.
Cingolani: i tempi sono molto stretti
La proposta, secondo il Ministro, presenta alcune criticità legate alla realizzabilità dell’iniziativa visti i tempi molto stretti. I Ministri hanno infatti manifestato la disponibilità a discutere di tale proposta, evitando tuttavia di promuoverla in occasione della prossima ministeriale.
Rispetto agli impatti dell’aggressione russa, la presidenza tedesca ha riconosciuto la necessità di individuare misure efficaci per fermare l’aumento del prezzo del gas determinato da condizioni di mercato straordinarie. In particolare, per il settore energetico è emersa la determinazione ad accelerare la transizione verso un futuro a zero emissioni nette entro il 2050, mantenendo al contempo la sicurezza e l’accessibilità dei sistemi energetici, anche attraverso la rapida espansione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Rispetto al metano, la presidenza tedesca ha proposto l’impegno di sviluppare dei piani di azione nazionale nel settore della riduzione delle emissioni di metano.
L’Italia ha proposto, e la membership G7 ha accolto, di considerare anche il ruolo delle tecnologie waste-to-fuel (come il biometano) come una preziosa opportunità per mitigare le emissioni. Relativamente alle fonti fossili, la presidenza mira a riaffermare l’impegno a eliminare gradualmente i sussidi nazionali cosiddetti inefficienti per le fonti fossili entro il 2025.
Per accelerare tale processo, si prevede un rafforzamento della trasparenza internazionale e la condivisione delle buone pratiche, l’avvio di un’azione di monitoraggio / aggiornamento sui progressi raggiunti al 2023, oltre che una valutazione delle possibili azioni per sviluppare inventari pubblici congiunti relativi ai sussidi esistenti per i combustibili fossili. L’Italia ha evidenziato che laddove si vogliano sviluppare inventari pubblici congiunti relativi ai sussidi esistenti per i combustibili fossili, sarà necessario condividere altresì i metodi di classificazione dei Fossil Fuel Subisdies ed i criteri di stima economica.
La diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas
Con riferimento alle operazioni di diversificazione delle fonti di gas, il Ministro ha ricordato che l’Italia sostituirà i circa 30 miliardi di importazione russa con una quantità di gas totale inferiore, circa 25, nel corso del tempo, a regime, considerando il termine di abbattimento di necessità del gas dovuto all’accelerazione delle rinnovabili e a un piano di risparmi.
La centralità del idrogeno per un futuro a zero emissioni nette
Cingolani ha sottolineato come, rer il raggiungimento di un futuro a zero emissioni nette ed energeticamente sicuro, sia centrale il ruolo dell’idrogeno rinnovabile e a basso contenuto di carbonio e dei suoi derivati. A tal fine, la presidenza tedesca propone di sottoscrivere e lanciare il ‘G7 Hydrogen Action Pact’.
L’Italia ha ribadito la priorità per l’idrogeno ‘verde’ da rinnovabili e il riferimento al suo ruolo per decarbonizzare anche in settori industriali ‘hard-to-abate’, confermando al contempo l’importanza della collaborazione internazionale anche per promuovere lo sviluppo e la definizione di standard settoriali comuni al fine di favorire la produzione, l’uso, il commercio e il trasporto di idrogeno.
Occorre rimuovere gli ostacoli alla realizzazione della produzione di energia da rinnovabili
Il Ministro ha quindi sottolineato l’esigenza di rimuovere gli ostacoli alle rinnovabili per favorire la diffusione delle energie rinnovabili a livello globale. Sul punto la presidenza tedesca ha proposto di rimuovere le barriere che impediscono o rallentano le espansioni delle rinnovabili, ad esempio, nelle procedure di autorizzazione o pianificazione. Per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050, i Paesi del G7 prevedono finanziamenti pubblici per favorire gli investimenti privati. Da parte italiana è stato manifestato convinto supporto all’accelerazione dello sviluppo delle stesse e richiesto un maggiore focus nel comunicato finale sulla tematica della R&S.
Rispetto alla decarbonizzazione dei sistemi energetici, la presidenza ha proposto l’obiettivo relativo al phase-out dal carbone entro il 2030, posizione in linea con il nostro Pniec (non ancora aggiornato perché ancora deve recepire la Fit for 55). Da parte tedesca, è stato proposto l’impegno di raggiungere la neutralità climatica del settore elettrico entro il 2035. Si tratta di un impegno particolarmente ambizioso; il negoziato su questo punto è ancora aperto.
In merito alla decarbonizzazione del settore trasporti, si sta discutendo della opportunità di favorire la crescita dei veicoli elettrici con l’obiettivo di procedere ad avere le nuove auto e i furgoni a zero emissioni entro la prossima decade. Su questo aspetto, è stato illustrato l’impegno italiano a favorire una veloce decarbonizzazione del settore automobilistico, evidenziando la necessità di identificare tempistiche diverse tra auto e furgoni, suggerendo rispettivamente il 2035 e il 2040. La discussione è ancora aperta, l’Italia ha chiesto di far riferimento anche a combustibili sostenibili come il biometano e tecnologie innovative come l’idrogeno.
Il Ministro si è poi soffermato sull’importanza dell’economia circolare e l’efficienza delle risorse per rispondere alle varie sfide ambientali, in particolare lotta al cambiamento climatico e conservazione della biodiversità e sulla supply chain.
Il G7 si sta impegnando nella transizione ecologica
In conclusione, il Ministro ha ribadito l’impegno dei Paesi del G7 a sostenere una transizione verso catene di approvvigionamento sostenibili dal punto di vista ambientale, che siano allineate all’obiettivo di emissioni zero e resilienti al clima, che riducano l’inquinamento, utilizzino le risorse in modo sostenibile, riducano l’impatto ambientale dei prodotti e promuovano l’economia circolare. In tale contesto, il Ministro ha ricordato il ruolo delle imprese private, fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
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